Il pericolo della disinformazione, la corsa agli armamenti, il cambiamento climatico, gli attacchi ai diritti individuali. Davanti alle Nazioni Unite, Sergio Mattarella indica le emergenze globali per le quali invoca dialogo tra i Paesi e “nuove reti di comprensione e collaborazione”.
Nel suo saluto alla Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo sostenibile, il Capo dello Stato sottolinea che “temi come l’accesso all’informazione, la libertà di espressione, la tutela della privacy, appartengono, a buon diritto, alle mete incluse nell’Obiettivo 16, oggetto di questa discussione”. E avvisa: “Fronteggiamo oggi un pericolo ulteriore che mina il rapporto di fiducia con le istituzioni e tra i Paesi, quello della disinformazione”. La libertà di stampa, ha aggiunto ricordando i temi della recente giornata mondiale, è fondamentale “per il mantenimento della democrazia”
Un ampio capitolo del suo discorso è poi dedicato ai conflitti, perché, ha sottolineato, “pace e sviluppo hanno destini incrociati. Non può esservi l’uno, senza l’altra”. E invece, dice Mattarella, “viviamo in un’epoca con il maggior numero di conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale che divorano enorme risorse nella corsa agli armamenti, sottraendole allo sviluppo”. Non si può, incalza il presidente della Repubblica, “continuare ad attardarci in relazioni fra Paesi basate su visioni ed eredità ottocentesche, su pulsioni di potenza”.
I conflitti, tra l’altro, si aggiungono “all’intensificarsi degli effetti negativi del cambiamento climatico e “allontanano dal dare priorità” all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Le conseguenze, afferma Mattarella, “sono disastrose”. Serve invece una “decisa accelerazione” sugli obiettivi.
Ma, si è ancora chiesto il Capo dello Stato come sarebbe possibile farlo “se non affermando la pratica, nei conflitti, dei principi delle Convenzioni di Ginevra in materia di diritto umanitario, oggi apertamente violati? Se non ponendo in campo norme e iniziative a tutela della condizione femminile, contro la violenza sui fanciulli e sulle donne, sullo sfruttamento, da parte della criminalità organizzata, sulla marginalizzazione dei disabili?”. Per rendere le nostre società “più coese e giuste”, occorre allargare “gli spazi civici e politici di partecipazione a tutte le componenti delle società; rendendo le istituzioni, ad ogni livello, più inclusive e più rappresentative: in ultima analisi rinsaldando il ‘contratto sociale’ fra popoli e istituzioni”. In questo senso, “l’esistenza di un sistema di tutele e di garanzie giuridiche è pre-condizione al godimento dei diritti della persona e, appunto, per lo sviluppo umano, inteso nel suo senso più lato”.
Articolo di [email protected] (Redazione Repubblica.it)
Source link www.repubblica.it